Regione Piemonte
In questa sezione potrai trovare delle utili informazioni di carattere sociologico sulla nostra città: scopri quanti abitanti possiede None e come è cambiata in seguito al fenomeno dell'immigrazione. Troverai, inoltre, informazioni riguardanti l'alluvione del 2002.
Tra il 1951 e il 1970 in Italia si registrò un esodo di massa dal Sud verso il Nord. L’evento riguardò anche None. Gli emigranti di allora hanno visto con i piemontesi la realtà trasformarsi sotto i loro occhi: avveniva il passaggio dal tempo tradizionale al tempo moderno.
Ai nostri tempi un nuovo flusso di immigrati che si riversa nelle regioni italiane, ha raggiunto anche None. I nuovi arrivati provengono da distanze notevoli, da culture lontane. Non sono italiani. Nel gioco delle parti i ruoli sono cambiati. Gli emigranti di un tempo, ora popolazione locale, guarda i forestieri. E le parole, le emozioni, sono ancora le stesse. Si ripropongono tristi situazioni e condizioni di vita, di casa, di lavoro, di sfruttamento, di disgregazione delle famiglie.
La scuola nonese opera al fine di predisporre l’accoglienza per i bambini stranieri e non comunitari. Si fa portatrice del messaggio che vede nell’incontro tra le culture un’esperienza arricchente. Tra problemi, accuse, confusione il valore autentico dell’essere umano si fa faticosamente strada, portando sempre più persone ad ascoltare, a conoscere, a comprendere ciò che ieri sembrava incomprensibile, a condividere ciò che era ignoto delle nuove culture.
Nel 2005 la popolazione nonese comprende persone di origini diverse che vanno sempre più mischiandosi attraverso matrimoni e unioni di fatto. Vi sono Nonesi provenienti da ogni regione di Italia. Accanto al gran numero di coloro che hanno origini meridionali, occupano un posto di rilievo coloro che un giorno lontano giunsero a None dal Veneto. E oggi nel paese sono ormai presenti diversi stranieri provenienti dal Nord Africa e dai paesi dell’est europeo.
Nel ‘900 una via centrale e principale di None era via Stazione. La sua significatività andava oltre gli aspetti pratici, era di tipo simbolico. Nel tempo contadino i giovani del paese si coalizzavano e si organizzavano anche in bande con rivalità interne ed esterne alla comunità. All’interno None vedeva la contrapposizione di due fazioni che facevano capo alle due parti in cui il paese risultava idealmente diviso: la zona ‘da munt’ (da monte) e la zona ‘da val’ (da valle). La linea di demarcazione simbolica corrispondeva a via Stazione. La divisione doveva essere piuttosto marcata nel passato, tanto da caratterizzare le due unità che originava, come una sorta di ‘due paesi’. La divisione tradizionale di None tra la zona da val, verso la città e la modernità, e la zona da munt, verso la montagna e le vallate del Pinerolese, verso la tradizione, si ripropone ai nostri giorni in versione moderna, soprattutto dopo i grandi eventi dell’industrializzazione e dell’emigrazione. None oggi si pone come terra di mezzo, di confine tra la tradizione delle valli montane e la modernità di Torino. Oggi però non c’è più la città, bensì la metropoli. La peculiarità di None è proprio la sovrapposizione di questi due aspetti che non si fondono, né prendono il sopravvento l’uno sull’altro, lasciando il paese e i suoi abitanti in sospeso, alla ricerca della propria identità.
Le acque del territorio nonese hanno origine dalle sorgenti del Govone, nella zona che intercorre tra None e Airasca. Le bealere rappresentavano una componente caratteristica del tempo contadino. Percorrevano scoperte in lungo e in largo il territorio e l’abitato, erano utilizzate per l’irrigazione dei prati e come forza motrice per il mulino. Su alcuni tratti sorgevano i lavatoi, luogo di incontro e socialità al femminile. Le donne durante la lavatura dei panni avevano l’occasione di parlare e commentare gli eventi della comunità. Attualmente le bealere nonesi risultano in gran parte coperte.
Il territorio nonese, lungo il confine con Candiolo è percorso dal Torrente Chisola. Le sue acque e le sue sponde, nel passato assai diverse da oggi, rappresentavano la spiaggia dei giovani nonesi che vi si recavano a nuotare. Uno dei luoghi di ritrovo era il Ficone, la diga del Chisola in regione Marbrasso.
None presenta una situazione delicata riguardo le acque che si manifesta puntualmente nei periodi prolungati di tempo piovoso. Il paese è stato alluvionato più volte: la memoria popolare tramanda un evento risalente all’inizio del ‘900, un altro ai primi anni ’60. Gli eventi alluvionali più recenti conducono al 2000 e al 2002. L’ultima alluvione è destinata a rimanere impressa nella memoria locale. Il 2 settembre 2002 il paese si è trovato sommerso dall’acqua balzando agli “onori” della cronaca nazionale. Come una piccola Venezia, None appariva sugli schermi televisivi. Aveva fatto da imbuto alle acque dei territori circostanti che per quanto colpiti dalla pioggia, risultavano quasi illesi dall’alluvione. Le immagini di quel giorno, per quanto dolorose, apparivano e appaiono molto suggestive.
A seguito dell’alluvione del 2000 l’amministrazione ha iniziato a pensare ad un’opera in grado di proteggere l’area industriale ma anche le abitazioni civili del villaggio Prealpi e dintorni: viene messo in cantiere l’argine.Dal punto di vista ambientale è l’opera più importante che il comune ha potuto realizzare.Si è proceduto all’esproprio di circa 110 particelle, quasi totalmente appartenenti agli agricoltori nonesi ma non solo, per poter realizzare l’opera, il cui costo è stato di circa 1130000€, dei quali circa 500000€ per gli espropri, l’80% dei quali è stato liquidato prima dell’inizio dell’opera (la Regione Piemonte deve liquidare ancora 38000€ che devono coprire le quote degli espropri).Dal punto di vista tecnico- idraulico, dopo 3 situazioni di emergenza si è potuto constatare che l’argine ha tenuto in maniera decisamente positiva, senza provocare problemi ai terreni circostanti, né alle abitazioni che insistono sulla parte dell’opera.Da luglio 2012, dopo aver espletato i collaudi e permessi ministeriali, l’AIPO ha perso in carico l’opera, che da quella data dovrà manutenerla; questa è stata una scelta voluta dall’amministrazione, in caso contrario la cura sarebbe costata al comune molte migliaia di euro.
Il comune di None è situato nella zona meridionale della pianura torinese. Dista circa venti chilometri da Torino e diciotto da Pinerolo. Le coordinate esterne del territorio sono:
L’altezza sul livello del mare varia di quota da metri 250 a metri 232. Il paese ha una superficie di circa 25 chilometri quadrati ed una popolazione di circa 7800 abitanti. Il territorio nonese comprende la frazione di San Dalmazzo composta da Ciuchè d’ Bosc e Palmero. Confina a nord con il comune di Orbassano, a est con i comuni di Candiolo e Piobesi , a sud con i comuni di Castagnole e Scalenghe, a ovest con i comuni di Airasca e Volvera. Si adagia tra il torrente Chisola, verso cui il terreno degrada lievemente e che segna il confine tra None e Candiolo, e il Rio Essa che divide i territori di None e Castagnole. None fa parte della seconda cintura torinese. Il suo territorio comprende tuttavia numerosi cascinali e la tenuta di Confiengo, che fu dei Conti Gautier. È raggiungibile tramite la linea ferroviaria Torino-Pinerolo, la strada statale 23 del Sestriere, la strada provinciale 140, la strada provinciale 141 per Castagnole, la strada provinciale 141 per Volvera.
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