Regione Piemonte
Le acque del territorio nonese hanno origine dalle sorgenti del Govone, nella zona che intercorre tra None e Airasca. Le bealere rappresentavano una componente caratteristica del tempo contadino. Percorrevano scoperte in lungo e in largo il territorio e l’abitato, erano utilizzate per l’irrigazione dei prati e come forza motrice per il mulino. Su alcuni tratti sorgevano i lavatoi, luogo di incontro e socialità al femminile. Le donne durante la lavatura dei panni avevano l’occasione di parlare e commentare gli eventi della comunità. Attualmente le bealere nonesi risultano in gran parte coperte.
Il territorio nonese, lungo il confine con Candiolo è percorso dal Torrente Chisola. Le sue acque e le sue sponde, nel passato assai diverse da oggi, rappresentavano la spiaggia dei giovani nonesi che vi si recavano a nuotare. Uno dei luoghi di ritrovo era il Ficone, la diga del Chisola in regione Marbrasso.
None presenta una situazione delicata riguardo le acque che si manifesta puntualmente nei periodi prolungati di tempo piovoso. Il paese è stato alluvionato più volte: la memoria popolare tramanda un evento risalente all’inizio del ‘900, un altro ai primi anni ’60. Gli eventi alluvionali più recenti conducono al 2000 e al 2002. L’ultima alluvione è destinata a rimanere impressa nella memoria locale. Il 2 settembre 2002 il paese si è trovato sommerso dall’acqua balzando agli “onori” della cronaca nazionale. Come una piccola Venezia, None appariva sugli schermi televisivi. Aveva fatto da imbuto alle acque dei territori circostanti che per quanto colpiti dalla pioggia, risultavano quasi illesi dall’alluvione. Le immagini di quel giorno, per quanto dolorose, apparivano e appaiono molto suggestive.
A seguito dell’alluvione del 2000 l’amministrazione ha iniziato a pensare ad un’opera in grado di proteggere l’area industriale ma anche le abitazioni civili del villaggio Prealpi e dintorni: viene messo in cantiere l’argine.Dal punto di vista ambientale è l’opera più importante che il comune ha potuto realizzare.Si è proceduto all’esproprio di circa 110 particelle, quasi totalmente appartenenti agli agricoltori nonesi ma non solo, per poter realizzare l’opera, il cui costo è stato di circa 1130000€, dei quali circa 500000€ per gli espropri, l’80% dei quali è stato liquidato prima dell’inizio dell’opera (la Regione Piemonte deve liquidare ancora 38000€ che devono coprire le quote degli espropri).Dal punto di vista tecnico- idraulico, dopo 3 situazioni di emergenza si è potuto constatare che l’argine ha tenuto in maniera decisamente positiva, senza provocare problemi ai terreni circostanti, né alle abitazioni che insistono sulla parte dell’opera.Da luglio 2012, dopo aver espletato i collaudi e permessi ministeriali, l’AIPO ha perso in carico l’opera, che da quella data dovrà manutenerla; questa è stata una scelta voluta dall’amministrazione, in caso contrario la cura sarebbe costata al comune molte migliaia di euro.
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