Regione Piemonte
None è una città ricca di monumenti di valore storico e luoghi da visitare. In questa sezione, puoi trovare una serie di informazioni riguardanti i monumenti ed i luoghi più interessanti. Ad esempio, scopri la chiesa parrocchiale o il castello
La realizzazione del viale, in dialetto locale la leia, si lega alla nascita della stazione ferroviaria. Rientra tra le ‘opere d’accesso’ alla stazione e risale al 1855. Originariamente il viale, costituito da platani, percorreva interamente via Stazione. Era sterrato e appariva fiancheggiato su entrambi i lati da un fossato.
Nella seconda metà del ‘900 la parte di platani compresa fra la stazione e corso Castello fu sostituita da tigli, quelli che ancora oggi possiamo vedere. Da corso Castello a San Rocco restarono i platani. Nel 2003 l’ultimo tratto del viale di platani è stato abbattuto e il luogo ha assunto l’aspetto attuale, caratterizzato da un vialetto di aceri.
Il viale dei tigli percorre oggi via Stazione a partire da corso Castello, raggiungendo quasi la stazione ferroviaria. È un luogo di None in un certo senso suggestivo e “silenzioso”, perché spesso passa inosservato, come se la sua presenza fosse scontata…
I portici nonesi si trovano nella zona centrale del paese, percorrono due tratti di via Roma ai lati opposti della strada. Si tratta di due soluzioni architettoniche distinte, definite rispettivamente portici vecchi e portici nuovi. I portici vecchi percorrono via Roma sul lato sinistro della strada a partire da via Alfieri fino a piazza Cavour. La data della loro costruzione è molto antica, ma non è nota.
I portici nuovi, dopo piazza Donatori del sangue, percorrono via Roma sul lato destro della strada, fino all’incontro con via Santarosa. La loro realizzazione è avvenuta a più riprese. Si tratta di un’opera di rifacimento di vecchi portici, risalente agli anni sessanta, quando fu edificato il cosiddetto condominio dell’orso. Più recentemente, con la costruzione di un nuovo condominio, i portici sono stati ulteriormente allungati.
I portici vecchi e i portici nuovi creano un contrasto architettonico particolare, un accostamento di antico e moderno che ben si presta a rappresentare le due anime di None, quella proiettata verso la città (da val) e quella che si inoltra verso le valli montane e desidera custodire i valori della tradizione (da munt). Curiosamente le zone risultano invertite dal punto di vista spaziale: i portici vecchi si protendono verso Torino, i portici nuovi si proiettano verso Pinerolo.
L’edificio d’angolo su via Roma e via Stazione, al centro di None, ha rappresentato la sede del municipio fino agli anni settanta.
È una vecchia costruzione che ha visto la Comunità (Consiglio comunale) deliberare e operare nel tempo. I fatti decisivi per le sorti del paese e la memoria di None sono passati attraverso questo edificio. È il primo municipio nonese di cui si abbia memoria.Nel 2005 è stato avviato un progetto, terminato nel 2011 per la riqualificazione della struttura a “Casa della Cultura” dove all’interno è stata collocata la biblioteca comunale, aree internet, sale lettura, un bar e locali per conferenze e incontri. È stata riqualificata anche la piazzetta antistante il complesso, Piazzetta Michele Ghio rendendola pedonale con una serie di panchine e una fontana “a raso” con quattro getti.
Il castello di None si trova dietro le scuole elementari Don Albera. La sua costruzione risale al 1815 e si lega al conte Adami Bergolo. In precedenza sul luogo sorgeva il castello che avevano fatto costruire e dove vivevano i conti di Piossasco, antichi feudatari di None e di diversi paesi della zona.
Nel 1728 il Conte Gian Michele Asinari Derossi Piossasco di None decise di costruire un nuovo castello, ma non riuscì a realizzare il suo progetto che pare fosse grandioso. Il conte Bergolo, entrato in possesso dei beni, fece edificare la costruzione di proporzioni modeste ancora esistente e nota come Castello Quaranta, dal nome della famiglia che ne divenne successivamente proprietaria.
Il castello nel 1818 fu sede dell’arma dei carabinieri, allora nota come ‘la Brigata dei reali carabinieri a cavallo’. L’origine dell’arma dei carabinieri risale al 1814. È quindi possibile che il castello sia stato sede della prima caserma nonese.
A None in via Castagnole, presso la Cascina Garabello, sorge un edificio chiamato ‘muntagna rus-a’. Le sue origini e funzioni sono sconosciute. Le caratteristiche fanno pensare ad un luogo di culto, ma nulla è certo. La sua appartenenza ad una cascina non sembra originaria. In un tempo, che parecchi Nonesi ancora ricordano, sorgeva in uno spazio libero da recinzioni, in parte ricoperta da terra rossastra. Da qui derivò il suo nome che significa ‘montagna rossa’.
La sua inclusione nella proprietà Garabello avvenne successivamente con l’acquisto del terreno da parte della famiglia. Si tratta di una costruzione di mattoni rossi, oggi ridipinta, munita di campane, con scale di pietra che conducono sotto il tetto al piano superiore, dove c’è una sorta di balconcino. La Muntagna Rusa era un luogo del paese noto. Una voce popolare lo inseriva nella dimensione misteriosa dei varchi verso l’aldilà narrando che al suo interno si aggirava l’anima inquieta di un frate.
Nel territorio di None sono presenti tre cappelle campestri. La loro origine è ignota. La voce popolare le connette ad eventi epidemici. Nel passato le cappelle e i piloni costituivano importanti punti di riferimento. Il tempo compreso tra la Pasqua e l’Ascensione era dedicato alle processioni campestri per la benedizione della terra e dei raccolti. La cappella di San Lorenzo si trova nella regione San Lorenzo a cui forse diede il nome. Si racconta che proprio lì furono sepolte alcune delle vittime della peste che nel 1630 colpì l’Europa occidentale (la cosidetta ‘peste di Milano’, che Alessandro Manzoni immortala nel romanzo storico ‘I Promessi Sposi’).
Anche la cappella di San Sebastiano sorge nella regione omonima, a cui forse diede il nome. Proprio nella regione San Sebastiano nel 1690 per 23 lunghi giorni si accampò una colonna dell’esercito francese, costituita da quindicimila uomini, che giunse a None condotta dal maresciallo Catinat.
La cappella di San Giovanni si trova nei pressi del cimitero. Sia nel caso della cappella di San Giovanni che per quanto riguarda quella di San Sebastiano, il legame ad eventi epidemici pare confermato dai documenti. Le cappelle risultavano infatti adibite a lazzaretto (ricovero per i malati).
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